“APPRENDERE FACENDO”: LA GESTIONE DEI GRUPPI
Nella gestione dei gruppi, l’apprendere facendo diventa un aspetto fondamentale per poter condurre il gruppo nella direzione del cambiamento e del successo.
Tutti noi abbiamo degli schemi che governano il nostro modo di pensare e di agire. Quando non riusciamo più a perseguire i nostri obiettivi o vediamo che nonostante l’impegno i risultati non arrivano, sicuramente gli schemi operativi che stiamo utilizzando non sono più efficaci. In questo momento entra in gioco l’apprendimento, ovvero, quella facoltà che ci permette di modificare i vecchi schemi per altri, nuovi e forse maggiormente adattivi, utili.
Nell’attività di “apprendere” dall’esperienza il soggetto si troverà in un primo momento spiazzato, confuso, per la momentanea assenza di una mappa adatta ad interagire con la propria realtà. Sarà un passaggio obbligato, poiché altrimenti sarà impossibile mettere in discussione ciò che pensavamo di sapere e fare posto alle conoscenze che stiamo assimilando. L’apprendimento quindi riguarda sia la costruzione di teorie nuove per affrontare con efficacia la propria realtà, da una nuova forma alle nostre azioni. In questo senso intendiamo la Formazione.
L’IMPORTANZA DI APPRENDERE FACENDO
La pratica diventa lo strumento per eccellenza per poter cambiare consapevolmente attraverso l’apprendimento basato sull’esperienza. Quando qualcosa si blocca significa che non siamo più in grado di imparare da ciò che viviamo e sperimentiamo.
Quanto detto per il singolo può essere affermato anche per i gruppi. Quando un gruppo si muove secondo degli inquadramenti svantaggiosi, però, non sta più assimilando insegnamenti dall’ambiente e dalle situazioni che vive, tende a evitare il cambiamento e a fossilizzarsi sul “già conosciuto”, ritenendo di non dover imparare niente di nuovo. Per modificare questa attitudine, i formatori utilizzano vari giochi come pretesti per far lavorare il gruppo insieme e in modo da far emergere un’analisi del suo funzionamento ed agire per migliorare gli aspetti disfunzionali dello stesso. La proposta di alcuni “serious games”, ha il fine di spiazzare i gruppi ed evidenziarne le dinamiche disfunzionali che non permettono più ad un gruppo di apprendere dalla propria esperienza.
GIOCO DEI QUADRATI SPEZZATI
Il gioco dei quadrati spezzati mira ad analizzare e lavorare su più aspetti, ma l’elemento centrale è la cooperazione-collaborazione.
Nei casi di grandi organizzazioni è possibile suddividere i partecipanti in più sottogruppi formati al massimo da 7 partecipanti. Di questi sette partecipanti, due fungeranno da giudici e si assicureranno che il gioco venga svolto secondo le regole, mentre gli altri cinque dovranno eseguire l’attività. Ad ognuno dei cinque giocatori viene data una busta con all’interno una serie di cartoncini di diverse forme geometriche, e vengono poste delle regole:
• Non si può indicare o parlare a nessuno degli altri giocatori.
• I cartoncini possono essere passati solo al compagno alla propria destra.
Lo scopo del gioco è quella di formare 5 quadrati perfetti utilizzando tutti i cartoncini dati ai giocatori nelle varie buste all’inizio del gioco. Vi è una sola combinazione possibile per costruire i 5 quadrati perfetti e i pezzi per tale combinazione si trovano tra i vari partecipanti, per cui sarà necessario cedere i propri pezzi e sperare che i propri compagni facciano altrettanto.
Difficilmente il gioco termina con la sua riuscita complessiva, ma nonostante ciò è possibile osservare l’attitudine dai vari soggetti che formano il gruppo, il modo in cui si sviluppano le dinamiche di cooperazione ma anche di competizione. L’esercizio permette di far emergere i ruoli, le dinamiche di gruppo e la comunicazione intesa come abilità di rispecchiamento tra soggetti.
La buona riuscita dell’attività si basa su un semplice principio: maggiore è la collaborazione maggiore sarà il successo.