In questo articolo parlo di comunicazione efficace spiegando cosa devi evitare di fare, partendo da un esempio reale.
Un’esperienza personale
Mi presento ad una visita medica specialistica urgente, il medico mi accoglie in maniera sin da subito sgarbata, è più concentrato a concludere la visita rapidamente, piuttosto che guardare chi ha di fronte: un paziente, una persona.
Senza neanche salutare mi spiega che la mia impegnativa è errata, dovrò pagare di più e me ne faranno una loro corretta a fine controllo.
Annuisco, non sono molto preoccupato della spesa della visita, la preoccupazione è legata più alla mia salute.
Cerco di spiegare le mie condizioni di salute: la preoccupazione è legata ad alcuni dolori che sono connessi ad un intervento chirurgico di alcuni anni fa. Mentre parlo vengo più volte interrotto dal medico, in alcuni momenti anche sminuito, aspetto che in realtà mi tranquillizza, per lo meno non ho nulla di grave. Tuttavia comincio a non essere mio agio, ritenevo la visita molto importante per capire meglio la mia salute, anche se il dottore mi sta spiegando che non dovrebbero esserci problemi, comincio ad innervosirmi e a sentirmi a disagio. Il contenuto di ciò che il dottore mi sta spiegando va benissimo, il problema è il modo in cui me lo sta dicendo. Dal primo istante in cui sono entrato nell’ambulatorio, ho percepito disinteresse e scarsa attenzione nei miei confronti. È la dinamica della relazione che incide sulla qualità della visita, in termini semplici è il modo in cui il medico mi sta trattando e considerando a livello della relazione personale, che non è per niente adeguato. Prima di darmi il referto che completa al computer, parla con i colleghi, scherzando sul nuovo camice comprato, gli starebbe troppo grande. Consegnato il referto, mi spiega i farmaci da assumere e pronti via, senza neanche salutare, esco ed entra un altro paziente.
I consigli che ne ho tratto dall’esperienza:
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Tenere presente l’effetto prima impressione:
in prima battuta il medico avrebbe dovuto salutarmi, seduto alla scrivania non in piedi e di fretta, chiedendomi il motivo della visita e non spiegarmi che l’impegnativa non era corretta. La prima impressione è stata molto negativa.
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Ascoltare e chiedere:
fare domande indica interesse per il paziente, lo fa sentire a suo agio così come essere ascoltato determina, anche in brevi visite, l’efficacia della visita stessa.
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Evitare di interrompere
aspettare il proprio turno di parola e sintonizzarsi con la persona che si ha di fronte.
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Ascoltare e sintonizzarsi
anche a livello emotivo con la persona con la quale si vuole comunicare. Comprendere lo stato emotivo della persona con la quale stiamo comunicando, è fondamentale per creare una relazione efficace.
Alcune riflessioni personali.
L’articolo non è contro la categoria dei medici in generale, ho molti amici e colleghi che lavorano in diverse discipline mediche e li ritengo degli ottimi professionisti.Scrivendo ho avuto la possibilità di canalizzare la mia arrabbiatura per come sono stato trattato durante la visita, trasformando il momento emotivo in una riflessione sulla comunicazione. Attraverso quello che mi è successo ho realizzato quanto è importante il mio lavoro e di come:
“le parole sono proiettili”
e possono essere molto pericolose se non usate nella maniera adeguata.