Avete mai sentito parlare di “Story cubes”? Si tratta di un gioco da tavolo di fantasia adatto a tutte le età, che utilizzando una serie di dadi speciali stimola i partecipanti a costruire e narrare delle storie, facendo emergere le proprie competenze narrative sul filo del pensiero logico. Nonostante la sua semplicità, Story cubes è un gioco di strategia in cui gli aspetti psicologico e tattico non sono secondari. L’articolo di oggi racconterà l’esperienza personale del Responsabile di Train de vie Factory, Guido D’Acuti, sull’impiego di Story cubes all’interno dei contesti di formazione e consulenza.
Story cubes: un amore a prima vista
“Ricordo ancora la prima volta che ho visto questi nove dadi con un simbolo diverso su ogni faccia: per un amante dei giochi da tavola come il sottoscritto è stata una vera rivelazione. Sono rimasto colpito, entusiasta, e devo ammettere che non ho resistito a giocare. È scattata una scintilla, ne ho intravvisto sin da subito le potenzialità anche nell’ambito della formazione.
Occupandomi principalmente di soft skills (ossia di tutte quelle competenze trasversali, estremamente importanti nell’ambito lavorativo, quali saper lavorare in gruppo, saper comunicare efficacemente, possedere leadership, creatività), ed in specifico occupandomi di Comunicazione, ho capito che questo gioco poteva rivelarsi una risorsa incredibile nell’ambito della formazione aziendale. Perché tutti i giochi, in generale, aiutano a rompere gli schemi e le barriere cognitive che inconsciamente costruiamo e che ci rendono rigidi e poco disponibili ai mutamenti. Attraverso il gioco si mettono in atto molte competenze, si facilitano la flessibilità ed il cambiamento.”
Cosa sono e come si usano gli Story cubes
Gli Story cubes sono un gioco tascabile, che aiuta a liberare la fantasia. Il gioco è composto da nove dadi, su ogni faccia di ogni dado vi è un simbolo differente, per un totale di 54 simboli diversi. Una volta che i dadi vengono lanciati si ottiene una combinazione che viene usata appunto per costruire una storia. Le combinazioni possibili nel lancio dei dadi possono arrivare fino a 216 differenti. Nelle regole tradizionali del gioco il primo giocatore lancia i dadi e costruisce una storia partendo dai simboli comparsi sulle facce dei dadi, il secondo giocatore lancia a sua volta i dadi e, sempre utilizzando i simboli derivati dal suo lancio, deve continuare la narrazione dal momento in cui ci si è interrotti, sino a completamento del giro con tutti i partecipanti. L’aspetto chiave del gioco, la vera caratteristica che ne fa un gioco originale, è che non ci sono vincitori e non ci sono risposte sbagliate.
Lo stress lavoro correlato
Lo stress lavoro correlato si manifesta quando un lavoratore percepisce una mancanza di equilibrio tra le sue capacità e sforzi e le richieste che l’ambiente di lavoro gli impone. Il progredire della sintomatologia legata allo stress può arrivare a provocare effetti negativi sia per il dipendente che per l’ente per cui lavora.
Il lavoratore avrà un decremento di qualità nelle prestazioni, potrebbe assentarsi più spesso, relazionarsi con i colleghi in maniera poco funzionale, perdere motivazione, ammalarsi con maggiore facilità, creare conflitti in ambito lavorativo.
Da un punto di vista organizzativo si potrebbero generare le seguenti problematiche: un aumento di turnover, incidenti sul luogo di lavoro, cali generali di produttività, una riduzione della performance.
Quali competenze in gioco
Nel momento in cui lanciamo i dadi sono molte le competenze che si attivano e che si vanno a sviluppare. In primo luogo dobbiamo risolvere un problema. Abbiamo una sequenza di simboli e dobbiamo metterli insieme, comporli, per costruire una narrazione che abbia un senso logico. Spesso durante i seminari chiedo alle persone di presentarsi impiegando questo strumento, la difficoltà sta proprio nel dare un senso ai simboli associandoli in qualche modo a se stessi e alle proprie caratteristiche personali.
Un’altra competenza stimolata dal gioco è lo storytelling, ossia la capacità di raccontare e raccontarsi attraverso una storia. Lo storytelling aiuta a costruire un’identità tramite il racconto; i simboli sui dadi vengono trasformati in racconto, esaltando le immagini, costruendo metafore e facendo sentire il potere delle emozioni. Ovviamente la comunicazione è la competenza che più viene chiamata in causa nel processo di uso dei dadi. Comunicare con efficacia usando dei simboli comparsi a seguito del lancio dei dadi è la parte più complessa di questo gioco. La creatività e l’immaginazione sono al servizio della comunicazione in un mix che costruisce collegamenti fantasiosi ed in qualche caso divertenti o addirittura esilaranti.
Come usare gli Story cubes in formazione
Durante i miei corsi propongo spesso l’uso di questo gioco. A volte io stesso mi presento utilizzando la tecnica dei dadi e costruendo sul momento una storia che mi possa rappresentare. Non nego che si possa creare un attimo di sconcerto e di suspance, le combinazioni sono tante e tali che a volte devo faticare anch’io per dare un senso logico ai simboli. Però le persone che ho di fronte rimangono puntualmente colpite dalla mia presentazione originale e fuori dagli schemi.
Nel proseguo chiedo ai partecipanti di fare la stessa cosa: presentarsi e presentare il loro ruolo attraverso l’uso dei dadi. In piedi e davanti a tutti, come se stessero “parlando in pubblico”, cercando di stimolarli alla creatività e allo storytelling. In genere si nota un graduale miglioramento nell’uso della tecnica dei dadi; il momento iniziale di imbarazzo lascia spazio ad un aumento di creatività e di originalità da parte dei partecipanti. Gli Story cubes possono essere anche impiegati per raccontare la propria azienda, il proprio progetto o anche un prodotto specifico; l’uso delle immagini e delle metafore aiutano ad esaltare quello che vogliamo raccontare perché attivano la sfera emozionale del contesto formativo.